Si manifesta attraverso rigidità del collo, debolezza negli arti posteriori e difficoltà a rialzarsi
La Sindrome di Wobbler, o Spondilomielopatia Cervicale Caudale, è una patologia dovuta a una compressione delle vertebre cervicali caudali del cane che determina una pressione del midollo spinale e delle radici nervose del tratto cervicale causando andature anomale e deficit propriocettivi (quindi che riguardano l’equilibrio, la stabilità, la coordinazione e la corretta esecuzione dei movimenti).
Inizialmente è caratterizzata da incoordinazione a livello degli arti posteriori e annovera tra i suoi sintomi altre manifestazioni neurologiche che possono diventare anche molto gravi. In un cane che presenta la Sindrome di Wobbler il dolore cervicale non è necessariamente uno dei sintomi più evidenti.
La sintomatologia della Sindrome di Wobbler può essere lieve (e spesso difficile da individuare con prontezza) o grave.
I sintomi sono: incoordinazione, parziale paresi degli arti, fino a dolore invalidante e paresi progressiva di tutti gli arti. La manifestazione dei sintomi può essere acuta (improvvisa e di solito più grave) o progressiva (se individuata con prontezza potrebbe essere più facile da affrontare).
Una diagnosi effettuata da un professionista in tempi rapidi potrebbe fare la differenza.
Segnali iniziali di malattia sono difficili da individuare ad un occhio non esperto
- debolezza negli arti posteriori
- difficoltà a rialzarsi
In seguito, con diversi gradi di intensità potrebbero esserci
- presenza di dolore e rigidità a livello del collo
- mancanza di coordinazione, osservata di solito in un primo momento negli arti posteriori
- debolezza e andatura incerta (Wobbler significa “Traballante”)
- zoppia, paresi e rigidità agli arti
Numerose razze di cani, grandi e giganti sono coinvolte, ma talvolta anche i chihuhua possono soffrire della patologia.
La diagnosi viene effettuata con precisione tramite risonanza magnetica, al fine di differenziarla da altre patologie con sintomatologia sovrapponibile.
La terapia è sia farmacologica che chirurgica, sebbene quest'ultima sia in grado di fornire risultati migliori, anche unita ad eventuale fisioterapia.